Partito dalla lontana Persia, recava con sé doni ben più preziosi degli altri: chi parla di perle grandi come uova di struzzo, chi di zaffiri o di rubini dal valore inestimabile, acquistati vendendo tutti i suoi averi. Lungo la strada che avrebbe dovuto portarlo a Betlemme, egli incontrò via via un’umanità dolente che, secondo le molteplici versioni era rappresentata da un vecchio tremante per la febbre o da un moribondo abbandonato sul ciglio della strada, da una giovane donna che stava per essere violentata dalla soldataglia, da una madre cui gli scherani di Erode stavano per uccidere i due figli nel corso della “strage degli innocenti”, da una giovane schiava che stava per essere venduta…
Mosso a compassione Artaban utilizzò tutti i suoi preziosi per farli curare o per liberarli, rimanendo infine senza più doni da recare al Nazareno. Due sono fondamentalmente le versioni degli sviluppi seguenti: la prima lo conduce alla grotta di Betlemme, dopo la partenza degli altri Magi; l’altra lo fa giungere al Golgota addirittura dopo 33 anni passati a peregrinare, pochi attimi prima della crocefissione di Cristo. In entrambi i casi si presenta a mani vuote, convinto di aver fallito la sua missione. Verrà consolato dal sorriso di Gesù bambino o del Nazareno morente e, soprattutto, dalla profezia di un rabbino (alcune versioni dicono che fosse invece di Maria Maddalena, ai piedi della croce) che gli chiarirà che il Messia da lui cercato non è un re, ma un uomo umile e che potrà trovarlo ogni giorno tra i poveri, gli umili, gli ammalati, i sofferenti, gli oppressi e i reietti della società. Artaban raccolse il messaggio e riprese il suo girovagare aiutando i bisognosi, nutrendo gli affamati, curando gli infermi, visitando i carcerati. Costituendo la Onlus omonima, non ci siamo posti la questione se Artaban e gli altri tre re Magi siano frutto di tradizioni orali o se siano effettivamente esistiti. La loro storia ha per contro un significato universale, che travalica credenze religiose o laiche, ma che ci insegna a guardarci intorno, a rispettare e ad aiutare il prossimo, soprattutto i più deboli. Questo è quello che ci proponiamo di fare, tutti insieme e con l’aiuto di chi ancora crede nei valori della solidarietà.