Nonostante le difficoltà connesse alla pandemia Covid-19 e ai rischi connessi con la preoccupante situazione di terrorismo in atto – sia per gli europei che per gli stessi burkinabé – i soci di Artaban continuano ad operare in Burkina Faso, anzi, rilanciano.
È il caso della scuola primaria rurale di Sandia (Pilimpikou), dove a fine 2019 abbiamo perforato un pozzo, che ora fornisce acqua potabile fossile con una potenzialità di 800-1.200 lt/h ai ragazzi della scuola ed a tutte le loro famiglie. Di questo diamo ampia descrizione in altro commento.
Proprio la scuola di Sandia è stata prescelta come obiettivo primario per il 2020, con un progetto si inserisce a pieno titolo nelle finalità della nostra Onlus, così come previsto dall’Atto costitutivo che ci impegna, tra l’altro, nella “ promozione, realizzazione e/o sostegno – sotto qualunque forma […] – di progetti di sviluppo umano, sociale e culturale in Paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione al miglioramento della qualità della vita dell’infanzia e dei rispettivi nuclei famigliari che vivono situazioni di povertà estrema”.
Per questo, quando ci vennero segnalate le precarie condizioni in cui versa la scuola di questo povero villaggio, ci siamo attivati per approfondire la reale situazione, recandoci sul posto per incontrare insegnanti e genitori e interpellando i nostri referenti locali.
Si tratta di un istituto primario (le nostre elementari) multi classe, che nel 2019 ha accolto 296 allievi (137 ragazze e 159 maschietti). Le loro famiglie sono di modestissime condizioni economiche, perlopiù dedite a lavori di mera sussistenza. La situazione è apparsa subito sconfortante, per lo stato precario in cui versa la struttura, composta da due “aule”: la prima in muratura, in discrete condizioni, a parte il consueto sovraffollamento; la seconda non è altro che una baracca fatiscente, con tetto di lamiera e canniccio malconcio e mura perimetrali semi diroccate. Parte delle lezioni, per ovvie necessità, si svolgono seduti per terra, all’ombra dei pochi alberi circostanti.
Preso atto della situazione precaria, Artaban Onlus – come si è detto – ha compiuto un primo “miracolo” per questa scuola e per tutti gli abitanti del villaggio e dei dintorni: valutate le priorità sono state immediatamente avviate le ricerche geologiche, con l’assunzione di tutti gli oneri di perforazione e di messa in opera con pompa Volanta. Il pozzo, realizzato in tempo record e profondo una sessantina di metri, è alimentato da una falda di acqua fossile con una portata di 800-1.200 lt/ora. L’importo complessivo – preventivato in 8.515,50 euro è stato integralmente coperto da Artaban Onlus con i riparti del 5 per mille e altre donazioni.
Il prossimo step, non certo meno impegnativo, concernente gli interventi strutturali all’edificio scolastico, per garantire la continuità delle lezioni (banalmente, quando piove o soffia l’harmattan i ragazzi sono costretti alla fuga) e per dare dignità a studenti ed insegnanti, per una spesa preventivata di 11 mila euro.
Nel mese di luglio 2020 sono stati avviati i lavori; la copertura della spesa è stata garantita dai riparti del 5 per mille, unitamente a autotassazione dei soci, erogazioni liberali, campagne di autofinanziamento ad hoc. Da parte loro, i genitori degli allievi hanno contribuito – nei limiti delle loro disponibilità – raccogliendo sabbia, ciottoli e ghiaia per la malta cementizia.